sony-085“Sa perché si punta molto sull’Africa? Perché da noi la situazione è complicata, non ci sono alternative”. A parlare è Fulvio Carlini, numero uno di Multi Marine Services e dallo scorso ottobre nuovo presidente del Chartering & Documentary Committee di Fonasba. “Chiaro – continua Carlini – per mantenere ed accrescere i rapporti con quest’area gli operatori del nostro settore devono capire che hanno a che fare con un mondo diverso da quello europeo e quindi intuire come funzionano le loro logiche. Ma credo che il sistema italiano sia pronto per affrontare questi nuovi mercati, specialmente nel Nord Africa dove il Marocco, per quella che è la mia esperienza, sembra essere il Paese più avanti rispetto a tutti gli altri. Una realtà nella quale un operatore riesce a muoversi in un ambiente complicato ma in linea di massima buono e soprattutto con ottime prospettive per i traffici marittimi”.

Stando agli ultimi dati di Assocamerestero, il Marocco ha chiuso lo scorso anno con una crescita del Pil del 2,7%, cifra leggermente inferiore a quello che era capitato nei cinque anni precedenti. Ma il Paese sta comunque investendo ingenti capitali sulle infrastrutture, soprattutto nelle aree di Casablanca, Tangeri e Safi. Nel settore portuali gli occhi sono puntati sulla realizzazione dello scalo di Boujdour, sull’estensione del porto di M’diq, sui lavori che si stanno eseguendo sulla laguna di Marchica (da convertire in porto di navigazione) e sulla ricostruzione del molo di Larache. Nel comparto ferroviario è prevista la realizzazione della linea Tangeri – Porto Tangeri Mediterraneo, di quella Taourit – Nador e dell’alta veocità tra Casablanca e Tangeri. Per quanto riguarda il settore aeroportuale invece è in programma la creazione di nuovi terminal negli aeroporti di Casablanca, Marrakech, Tangeri e Oujda. L’import nel 2012 ha fatto segnare un +19% mentre le esportazioni sono cresciute del 13%. Nell’area del Mediterraneo l’Italia è uno dei principali partner commerciali con il 4,5% anche se rimane dietro a Germania, Spagna e Francia. Dal nostro paese vengono importati soprattutto prodotti tessili, derivati del petrolio, prodotti chimici, macchinari e apparecchi elettrici. L’export invece si basa principalmente su prodotti alimentari e abbigliamento. Ma il Marocco è al momento anche la prima regione dell’intera area del Maghreb per investimenti esteri e la realtà che più di tutte le altre ha stretto in questi ultimi anni accordi bilaterali con l’Unione Europea. “La Tunisia invece – spiega Carlini – fino a qualche tempo fa sembrava potesse avviarsi verso uno sviluppo che poi nei fatti non si è concretizzato tanto che nell’ultimo periodo ha passato dei guai che francamente non mi sento di dire siano stati al momento risolti. Se guardiamo sempre in quest’area, l’Algeria, per i traffici marittimi, potrebbe essere un’altra grande opportunità perché è un Paese con grandi risorse. Ma qui la presenza di operatori esteri non è vista particolarmente bene. L’Egitto invece attualmente ha grandi problemi anche se chi ha la forza di operare in questo territorio fa bene a farlo, arrivarci non è un problema ma lo sono piuttosto tutti i problemi che oggi possono esserci”.

E proprio quella egiziana sembra essere una delle situazioni più delicate anche per via dei tanti interessi che corrono tra Roma ed il Cairo. Ci sono circa 500 gruppi italiani attivi lungo le rive del Nilo con attività commerciali, divisioni e impianti produttivi. Parliamo di aziende come Danieli, Italcementi, Eni, Pirelli, Ansaldo Techint, solo per citarne alcune. L’Italia da sola, con l’Egitto ha un interscambio commerciale di 6 miliardi di dollari. “Dal mio punto di vista – conclude il presidente di Multi Marine – i tempi per operare in pieno regime in Africa sono vicini. Le tensioni sociali che ci sono state ed in parte sono ancora presenti credo vadano esaurendosi. Il vero problema è che tutto il mondo dello shipping italiano ma non solo, sta puntando a queste aree che rischiano di essere prese d’assalto. Spetterà a noi, operatori ed imprenditori italiani, portare qualcosa di nuovo in queste regioni ed essere più convincenti dei nostri competitor stranieri”.